Il mare dei Sargassi è un settore dell’Oceano Atlantico compreso fra gli arcipelaghi delle Azzorre e delle Antille. Deve il suo nome ad una particolare famiglia di alghe brune, dette appunto sargassi che, riunite, formano nel mare uno sconfinato ammasso galleggiante. Tali alghe sono simili a piccoli grappoli d’uva e riescono a galleggiare sulla superficie del mare grazie a delle vesciche di forma sferica, che si gonfiano d’aria, assumendo una colorazione verde.
Mese: marzo 2018
POMODORINO ALLA FRAGOLA CON SPUMA DI BURRATA
- 430 gr di gelato alla fragola
- 1 l di salsa di pomodoro
- 14 gr di gelatina
- 10 foglie di basilico
- 300 gr di burrata
- 200 gr di latte fresco
- olio
- 10 pomodori datterino
- 300 gr di pane grattugiato
- 50 gr di polvere di pomodoro
- sale
In una pentola mescola la salsa di pomodoro con la gelatina. Riempi di gelato delle 1\2 sfere di silicone. Metti in freezer. Frulla il latte con la burrata e un pizzico di sale per ottenere una crema. Mettila in un sifone. Salta in padella il pane con l’olio e la polvere di pomodoro. Unisci le 1\2 sfere per ottenere una pallina. Infilzale con uno stuzzicadente, immergile nel pomodoro. Servi sul pane croccante, il basilico fresco e la crema di burrata.
BON BON CON SALSA BBQ
Rosola nel burro 1\2 cipolla e uno spicchio di aglio tritati, sfuma con 0.6 dl di aceto bianco, unisci 10 gr di concentrato di pomodoro, 250 gr di passata e 50 gr di senape. Cuoci altri 20 minuti e insaporisci con salsa Worchestershire, tabasco, pepe e sale. Ricava da 1\2 melone tante palline, passale nella farina di riso, in 2 uova sbattute e in 200 gr di grana grattugiato mixato con 200 gr di pangrattato. Ripassa nell’uovo e nel mix e metti in freezer 10 minuti. Friggi in olio di girasole e servi con la salsa e un’insalatina.
CURIOSITA’
Nell’antica Roma, durante il banchetto nuziale, era tradizione lanciare ripetutamente dei dolci contro la sposa, cantandole inni augurali.
SPIEDINI DI VERDURE
- 2 piccole cipolle rosse
- 2 zucchine
- 2 peperoni gialli
- 12 peperoncini verdi dolci
- 12 pomodorini ciliegia
- 1 melanzana
- aceto
- olio extra vergine di oliva
- sale
Priva le cipolle delle tuniche esterne e tagliale a spicchietti regolari. Lava le zucchine, asciugale, spuntale e affettale a nastri sottili per il lungo. Sciacqua e asciuga i peperoni gialli, privali del picciolo, dei semi e delle costole bianche, poi riducili a piccole losanghe. Lava e asciuga i pomodori, i peperoncini verdi dolci e la melanzana, spunta quest’ultima, tagliale a fettine sottili e dividile a metà. Infilza i pezzi di verdura in 12 lunghi stecchini di legno, prima bagnali, così non bruciano, alternando cipolle, zucchine, peperoni, peperoncini, melanzane e pomodorini. Sistemate gli spiedini sulla griglia, nella parte meno calda, ai lati della brace, e cuocili circa 516 minuti per lato- Intanto, miscela in una ciotola 3\4 cucchiai di olio con 1 cucchiaio di aceto, un pizzico di sale e una macinata di pepe. Togli gli spiedini dal barbecue trasferendoli in un piatto leggermente fondo. Irrorali con la salsina preparata e servili cadi o tiepidi.
GUSTAVO II ADOLFO: LA SVEZIA DELL’ETA’ DEI RE
Uno dei periodi più fervidi e intensi di tutti i tempi fù senza dubbio l’epoca dell’assolutismo, o, meglio, come a volte viene definita, l’Età dei re: il XVII secolo vide infatti il continuo contrapporsi delle monarchie europee, decise a sconfiggere nemici altrettanto ambiziosi, in un gioco di alleanze destinate a cambiare repentinamente le sorti di guerre e battaglie. Così, mentre emergevano personaggi come Luigi XIV e Pietro il Grande, e mentre alcuni stati laici, tra i quali l’Inghilterra, ma anche la Francia e la Russia, si rendevano indipendenti dal potere del papato, altri monarchi, desiderosi di affermare anch’essi la loro predominanza nello scacchiere europeo, si allineavano allo schieramento più opportuno, come fece Gustavo II Adolfo Vasa, re di Svezia, non a caso detto il Grande. Nato nel 1594 dall’allora duca Carlo Vasa, poi divenuto re con il nome di Carlo IX di Svezia, e dalla seconda moglie Cristina di Holstein-Gottorp, Gustavo era un uomo di grandi ambizioni, solerte, perseverante, e soprattutto desideroso di non rimanere estraneo alla politica delle nazione europee. Non dovette attendere molto, perchè la migliore opportunità fu colta durante la guerra dei 30 anni, che insanguinò l’Europa dal 1618 al 1648, della quale divenne un personaggio di rilievo. Il caso volle che la guerra contro la Polonia, durata in tutto 12 anni e durante la quale Gustavo Adolfo strinse un’alleanza con i principi protestanti tedeschi, contro la potenza asburgica, divenne il pretesto ideale per scendere sul campo di battaglia. Quando la Polonia fu sconfitta, si rafforzarono maggiormente i legami di quest’ultima con l’impero asburgico, il quale, occupando la Pomerania, dovette però arretrare di fronte allo schieramento della monarchia scandinava. Un evento che suggerì alla Francia di Richelieu di avvicinarsi proprio a Gustavo Adolfo, perseguendo l’antica idea di logorare gli Asburgo e prolungare la guerra in Germania: il re svedese si presentava come un alleato perfetto, essendo egli protestante, ma anche disponendo di forze militari notevolissime. Il 6 luglio del 1630, Gustavo Adolfo sbarcò sulla costa settentrionale della Germania con un esercito di 13000 uomini: prima di allora praticamente nessun europeo aveva mai visto un monarca scandinavo prendere parte a una guerra in cui erano coinvolti gli stati più potenti d’Europa e ben presto tutti si accorsero delle prestigiose forze militari di cui quel paese disponeva, esattamente come aveva intuito Richelieu. L’esercito svedese era a dir poco eccezionale: si dice che fosse la forza militare meglio equipaggiata, addestrata e compatta mai esistita dopo la legione romana. Gli uomini di Gustavo non solo possedevano la perfetta padronanza di armi eccellenti, l’artiglieria era leggera e mobile, e proprio la mobilità fu uno dei segreti di Gustavo Adolfo, ma erano abbigliati con indumenti ideali pesanti e resistenti, come per esempio calze di lana, guanti foderati di pelliccia e stivali di cuoio impermeabili, così come seguivano la rigida disciplina imposta dal monarca e avevano la proibizione di attaccare e depredare ospedali, chiese e scuole, se non in rare accezioni, durante le quali, comunque, si limitavano ad eseguire gli ordini. La lealtà dei militari al loro re era assoluta, garantita anche dal fatto che Gustavo Adolfo aveva dato prova di essere un ottimo sovrano e un abile amministratore, ma anche un coraggioso re guerriero, che combatteva fianco a fianco dei suoi soldati, dimostrando abilità e solerzia. Fu Richelieu, a dire il vero, a compiere un errore grossolano, pensando di poter manipolare Gustavo Adolfo e le sue manie di grandezza a proprio vantaggio, perchè il re di Svezia, oltre che impavido, era anche intelligente e aveva ben compreso le mire del cardinale, del quale non voleva certo diventare uno strumento. Gustavo procedette dunque nella direzione che lui stesso desiderava, senza curarsi affatto di Richelieu: volendo creare una federazione protestante nell’Europa centrale ed esserne il leader, riportò una serie di rapide vittorie fino ad impossessarsi della Germania settentrionale, per affrontare infine nel settembre del 1631 le forze dell’impero e della Lega cattolica a Breitenfeld, nelle vicinanze di Lipsia. Ma il destino, si sa, a volte sa essere infinitamente gramo: nel novembre del 1632, durante la battaglia nei pressi di Lutzen, si affrontarono l’esercito svedese e quello dell’imperatore Ferdinando II, guidato dal generale Albrecht Von Wallenstein. L’esercito svedese uscì vincitore da quella battaglia, in cui però Gustavo Adolfo trovò la morte, combattendo coraggiosamente sul campo. Quella fase della guerra dei 30 anni aveva evidenziato la potenza militare della Svezia, ma anche la profonda crisi politica della Germania, indebolita dalle lotte intestine tra principi, dalle quali nessuno aveva potuto trarre vantaggi personali. Con il Trattato di Praga del 1635 la Germania tornava ad essere com’era stata prima dell’avvio della guerra, mentre la storia voltava pagina un’altra volta.
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