E’ proprio il caso di dirlo: apriti sesamo! Proprio questa frase qui, la formuletta che abbiamo sentito ripetere da bambini, è tanto oscura quanto adatta a evocare un mondo di possibilità. In realtà è una formula fiabesca che a tutt’oggi mantiene il suo mistero, quello di una lingua inventata per rendere tutto più magico. Vero è che il sesamo ha tali proprietà, sia alimentari che cosmetiche, che non è escluso che Alì Babà e i 40 ladroni usassero questa formula per indicare un prodotto talmente vitale ed energico da riuscire ad aprire, solo con la forza del suo nome, enormi macigni posti a chiusura di grotte segrete. Al di là delle metafore, non del tutto certe, vero è che questo alimento della terra è davvero un toccasana. E lo è da tempo insospettabili. La sua origine è ancora un mistero, non tanto per lo spazio quanto per il tempo. E’ davvero impossibile, nonostante gli studi e le ricerche, capire quanto il sesamo sia antico. E’ una pianta che ha origine in India e in Africa, ma non è certo il tempo in cui è cominciata la sua sistematica coltivazione. Basti pensare che alcune testimonianze riguardo la sua esistenza e l’uso che ne facevano i popoli antichi risalgono a più di 2000 anni prima di Cristo. Dati questi che hanno trovato riscontro nelle antiche documentazioni, cioè nelle tavolette di argilla dei sumeri dove vengono confermate la scoperta, la coltivazione e la diffusione del sesamo. Ma di questo seme, che nasce da una pianta che produce bellissimi fiori, una sorta di campanula bianca, la storia ci ritorna tantissime testimonianze. Oltre ai Sumeri, infatti, ne facevano uso anche i babilonesi e gli egizi. Insomma, in sesamo era già molto conosciuto in tempi remotissimi. La cosa straordinaria è che i suoi semi venivano già sfruttati al meglio da queste civiltà. I semi di sesamo venivano infatti adoperati per trarne beneficio con oli e creme, oltre che essere usati per i dolci. In Italia, precisamente in Sicilia, i semi di sesamo iniziarono ad essere sparsi come zucchero a velo sul pane solo durante il Medioevo. E’ tuttavia l’India che batte le altre nazioni, sia per coltivazione, dal momento che oggi rimane, con la CIna, uno dei primi produttori al mondo, sia per la sua scoperta risalente a migliaia di anni fa. Pare infatti che il sesamo fosse noto agli indiani già nel terzo millennio prima di Cristo. Fatto che non è stato dedotto dall’antica letteratura, o non solo, ma piuttosto dal ritrovamento di alcuni reperti in celebri siti archeologici, come quello di Harappa. In questi luoghi sono state ritrovate piccole quantità di semi carbonizzati, risultati antichissimi dall’esame al carbonio. D’altra parte questo prodotto della terra era da sempre divinizzato e usato anche per gli antichi riti religiosi. Dei semi di sesamo si diceva che corrispondessero alle gocce di sudore di alcune divinità, in particolare Vishnu. A ciò si aggiunga che antichi codici in sanscrito riportano l’importanza del sesamo e dei suoi semi non solo per il folclore religioso, ma anche per le terapie mediche e per le qualità nutritive. Sta di fatto che questa pianta in India è tenuta talmente in considerazione da offrire a tutt’oggi una vasta simbologia. Non è certo una novità, tanti alimenti prodotti della terra hanno sempre avuto una valenza divina e sono stati poi usati per una metafora religiosa, tra tutti la mela del paradiso terrestre. O l’ulivo. Nel caso dei semi di sesamo, però, il significato assume un potere ancestrale legato alla capacità di procreare. Chi dona i semi di sesamo con uno spirito di autentica generosità, può ricevere la progenie desiderata. Se comunque è sempre stato coltivato in India e in Africa, soprattutto in Etiopia e Nigeria, in Europa le uniche nazioni a produrlo rimangono la Grecia e l’Italia del sud. Le sue qualità sono note a tutti, non solo per quanto concerne l’olio vegetale. Dai suoi semi si ricavano diversi prodotti che vengono impiegati in cucina. Uno di questi è il tahin, una crema usata come antipasto o come dolce, in base o meno alla presenza di zucchero. O il gomasio, che può essere usato per sostituire il sale. Viene spesso sfruttato anche come integratore, sia per gli sportivi che per gli anziani e i bambini. Il motivo è che i semi di sesamo sono risultati ottimi come ricostituente alimentare, utili per la muscolatura e per il sangue. La ricerca ha dimostrato inoltre come i piccoli semi siano caratterizzati da 1000 proprietà terapeutiche derivanti dai loro elementi quali fosforo, calcio e varie vitamine, soprattutto la vitamina t, più rara rispetto alle altre e benefica per il plasma. Il sesamo ha grandi capacità lenitive, motivo per cui viene usato sia per malattie della pelle, sia con finalità cosmetiche. In piccole dosi quotidiane, 10 mg, i semi di sesamo sono anche consigliati alle neo mamme per potenziare la secrezione del latte. Per tutte queste qualità la fama del sesamo è sempre stata altissima, soprattutto nelle terre orientali dove veniva anche indicato come elemento che riusciva a scacciare persino i demoni. Veniva addirittura chiamato cibo dei morti, proprio per mettere in luce le sue grandi proprietà nutritive, talmente energiche da risultare rigenerative addirittura per i defunti.
Mese: marzo 2019
FILETTI DI TRIGLIA IN MARINATA AL LIMONE
- 800 gr di filetti di triglia meglio se di scoglio
- 2 limoni verdi non trattati
- 1 mazzetto di finocchietto selvatico
- 2 peperoncini rossi
- 2 spicchi di aglio
- olio extra vergine di oliva
- sale
- pepe
Preleva la scorza di un limone e tagliala a pezzi. Spremi il succo ed emulsionalo con sale, pepe e 1,5 dl di olio. Affetta i peperoncini e leva quasi tutti i semi. Disponi i filetti in una teglia senza sovrapporli, cospargi con tanto finocchietto spezzettato, l’aglio sbucciato, diviso a metà e senza germoglio, la scorza del limone e il peperoncino. Condisci con la salsina e fai marinare i filetti per 30 minuti. Affetta sottile il limone rimasto. Sgocciola i filetti dalla marinata, togli l’aglio, il finocchietto, la scorza di limone e metà dei peperoncini. Scalda un tegame anti aderente e aggiungi i filetti con il peperoncino rimasto e il limone affettato. Cuocili a fuoco vico per 2 minuti scarsi, gira e cuocili sull’altro lato per lo stesso tempo. Sala e servi con una spolverizzata di finocchietto fresco.
LE PETROCIANE E LE PARMICIANE
Una buona parmigiana si può preparare con qualsiasi melanzana perchè le varietà che so trovano in commercio oggi sono morbide e dolci e non hanno bisogno di essere lasciate sotto sale per spurgare l’amaro, come si faceva un tempo. Secondo tradizione, però, andrebbero usate le patrociane, grandi, allungate e viola scuro: una varietà originaria della Sicilia che, secondo la voce più accreditata, è la vera patria della parmigiana. Il nome del piatto infatti non ha nulla a che vedere con l’origine parmense, ma sembra derivare dal termine siciliano parmiciane, le tende persiane composte da tanti listelli, uno sopra l’altro, proprio come le melanzane nella teglia.
ZUPPA DI ZUCCA ALL’ARANCIA CON CREMA ACIDA
- 1 kg di zucca mantovana
- 1 patata farinosa
- 1 scalogno
- 2 scorzette di arancia non trattata
- 20 cl di creme fraiche
- brodo vegetale
- olio extra vergine di oliva
- sale
- pepe nero
PER ACCOMPAGNARE:
- 1 trancio di focaccia alle olive
Pulisci la zucca, taglia la polpa a tocchetti lasciando a parte uno spicchio. Sbuccia la patata, affettale fine e lavala in acqua fredda. Pela lo scalogno, tritalo fine e rosolalo in una casseruola con 2 cucchiai di olio e una scorzetta di arancia. Aggiungi la patata e la zucca a tocchetti, mescola, elimina la scorzetta, copri con 6 dl di brodo caldo e cuoci per 30 minuti. Taglia lo spicchio di zucca rimasto a fette sottili e disponile nella placca foderata di carta forno, salale e cuocile in forno ben caldo. Frulla la zuppa, incorpora la zucca, regola di sale e pepe, distribuiscila nelle tazze, guarnisci ogni porzione con un cucchiaino di crema acida e fiammiferi di scorza di arancia. Servi con la focaccia a parte.
COTECHINO PERFETTO
Cuocere un cotechino non richiede alcuna abilità culinaria, basta evitare che la pelle si rompa in cottura. In questo caso la polpa, anzichè cuocere tra i suoi umori protetta dal budello, si lesserà nell’acqua, perdendo troppo grasso e quindi sapore e morbidezza. Per evitare che questo accada bisogna usare alcuni accorgimenti. Le stesse indicazioni valgono anche per altri insaccati da pentola come lo zampone, la bandiola e il cappello del prete. Cambiano invece, anchje di diverse ore, i tempi di cottura, che dipendono dal peso e dalla forma, è sempre bene confrontarsi con il macellaio.
LA PREPARAZIONE: mettere il cotechino a bagno per 1 ora per ammorbidire la pelle in modo che non si rompa: l’ammollo non è indispensabile se la pelle è in budello naturale ed è ancora morbida. Poi bucherellatela in più ounti: i fori sono come valvole di sfogo per il cotechino che in cottura si sgonfia.
LA FASCIATURA: fasciate il cotechino ben stretto con una garza o un telo pulito e legate le estremità a caramella con spago da cucina. Anche la fasciatura può essere evitata se la pelle è in budello naturale morbido: se invece si è asciugata troppo oppure è sintetica, la fasciatura è assolutamente necessaria.
L’ACQUA: disponete il cotechino in una pentola ovale, come quelle da pesce, oppure un’asparagera, in questo caso cuocerà in verticale, e copritelo con abbondante acqua fredda: quella calda causerebbe uno shock termico dannoso per la pelle e per la morbidezza delle carni.
LA COTTURA: portate a bollore su fuoco medio, quindi abbassatelo al minimo e lasciate sobbollire per 2 ore semi coperto: rabboccate l’acqua se si asciuga e cambiatela a metà cottura, quella nuova deve essere già calda. Lasciate riposare il cotechino nell’acqua per 15 minuti, serve a legare carni e umori.
MERLUZZO SAPORITO NEI FIORI I ZUCCA
- 4 zucchine con il fiore
- 200 gr di filetto di merluzzo fresco
- 2 dl di latte
- 3 rametti di maggiorana
- 20 gr di parmigiano grattugiato
- 1 spicchio di aglio
- 2 cucchiai di olio extra vergine di oliva
Versa il latte in una casseruola, unisci la maggiorana, l’aglio schiacciato e porta ad ebollizione. Aggiungi i filetti di merluzzo e un pizzico di sale e cuocili coperti per 5 minuti. Scola il pesce con un mestolo forato, leva l’aglio e la maggiorana e schiaccia i filetti con una forchetta fino a ridurli ad un trito grossolano, aggiungi 3 cucchiai di latte e mescola. Separa le zucchine dai fiori e tagliale a tocchetti in sbieco. Elimina il pistillo dei fiori e riempili con il merluzzo, facendo attenzione a non romperli. Trasferisci fiori e zucchine in una teglia da forno, condiscili con 2 cucchiai di olio, cospargili con il parmigiano e cuocili in forno caldo a 200° per 10 minuti. Servi caldi o tiepidi.
LA MELAGRANA
I suoi chicchi rossi e carnosi, di sapore agrodolce, arricchiscono le insalate invernali e le macedonie di frutta. Spremuti, danno un succo che insaporisce piatti da invito come gli arrosti di carni rosse, d’anatra o di pollo. Da alcuni anni la melagrana non è più il portafortuna utilizzato solo per decorare la tavola delle feste. Da quando si conoscono i benefici salutari del frutto e soprattutto del suo succo, un potente anti ossidante, la richiesta è aumentata in tutta Europa. Nonostante sia una pianta che predilige il clima temperato della fascia mediterranea, le nostre produzioni sono esigue e limitate al mercato locale. tutte le melagrane commercializzate per il consumo fresco, perciò, sono importate dall’estero, soprattutto dalla Grecia. I maggiori produttori del mondo sono Iran, che rifornisce soprattutto l’industria di trasformazione, India, Israele e Spagna.
SOGLIOLA ALLE ERBE CON PATATE AL VELO
- 250 gr di filetto di branzino
- 2 sogliole da 300 gr l’una divise in filetti
- 1 albume
- 2,5 dl di panna
- 1 patata
- 1 mazzetto di erba cipollina
- 1 ciuffo di prezzemolo
- 6 rametti di tmo
- olio extra vergine di oliva
- burro
- sale marino fino
- pepe verde
Trita nel mixer i filetti di branzino con l’albume e una buona presa di sale e pepe appena macinato, incorpora la panna freddissima leggermente montata e distribuisci il composto ottenuto sul fondo di due terrine rettangolari ben imburrate. Stendi i filetti di sogliola su un tagliere, salali, pepali e cospargili con le foglioline di timo, l’erba cipollina, il prezzemolo tagliuzzato con le forbici e un filo di olio. Arrotolali uno per volta e disponili in verticale nelle terrine lasciando degli spazi liberi che riempirai con la patata sbucciata e affettata sottilissima. Cuoci le terrine a bagnomaria in forno preriscaldato a 180° per 35 minuti.
GUIDA ALL’ACQUISTO DEL PESCE AZZURRO
ACCIUGHE, SARDE E SGOMBRI:
devono essere sodi, con occhio vivo leggermente sporgente e branchie rosse. Controllate acciughe e sarde a una a una: trattandosi di piccoli pesci, potrebbero esserci esemplari poco freschi con quelli buoni.
TONNO:
non potendo indicare i criteri indicati per i pesci interi, assicuratevi che la carne del trancio sia dosa e umida, bene attaccata all’osso centrale, con la pelle aderente ed elastica.
ATTENZIONE: tutti i pesci azzurri vanno consumati in giornata, perchè le loro carni ricche di grassi tendono a deteriorarsi in fretta.
SOGLIOLA E BROCCOLI AL VAPORE CON AROMI MISTI
- 600 gr di filetti di sogliola
- 400 gr di cimette di broccoletti ben puliti
- rosmarino
- salvia
- alloro
- 1 limone
- 1 spicchio di aglio
- 8 cucchiaini di olio
- sale
Sbollenta le cimette per qualche minuto in acqua salata. Scola e metti da parte in acqua fredda. Stendi sulla gratella del vapore un foglio abbondante di carta oleata. Distribuisci gli aromi sopra metà dei filetti di sogliola, poi le cimette dei broccoletti, ancora aromi e i filetti rimanenti. Termina con altri aromi, l’olio e il sale e chiudi la carta attorno. Cuoci per circa 20 minuti.
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