IL SARAGO

Per via delle ottime carni, bianche e saporite, è molto richiesto. In particolare quando supera i 500 gr, si presta a preparazioni al sale, al forno o alla griglia. Appartiene alla famiglia degli Sparidi, che comprende altri pesci molto apprezzati: dal dentice all’orata, al pagello. Vive in tutto il Mediterraneo, oltre che lungo le coste atlantiche, dalla Francia al Senegal. Come altri sparidi, cambia sesso nel corso della vita: inizia come maschio, poi al 4° anno si sviluppa la gonade femminile che produce uova. Questa caratteristica ha molta importanza, perchè una pesca intensiva porta alla cattura degli esemplari anche piccoli, e quindi maschi, con conseguenze sul rinnovamento della specie. Sono stati fatti tentativi di allevamento, con risultati poco interessanti dal punto di vista economico per via del lento accrescimento del sarago, perciò si preferisce allevare pesci che crescono più velocemente, come l’orata.

LADY GODIVA

Fu la moglie di Leofric, conte di Mercia e signore di Coventry. Narra la leggenda che il nobile lord avesse oppresso i cittadini di Coventry con pesanti o addirittura insopportabili balzelli e che una delegazione di popolo si fosse rivolta alla benevolenza della contessa per impetrare una riduzione delle tasse. Leofric restò sordo alle numerose richieste della moglie ma infine cedette alle insistenze: avrebbe ridotto le tasse a condizione che la moglie cavalcasse nuda per le vie di Coventry.  Era una richiesta fatta in un medioevo inglese puritano, praticamente inaccettabile, ma Lady Godiva non si sgomentò. Fece sapere in un proclama alla popolazione che avrebbe aderito alla richiesta del marito e invitava tutti i cittadini a sbarrare porte e finestre. Nel giorno previsto attraversò la città a cavallo, ricoperta solo dalla lunghissima capigliatura che scendeva parzialmente a coprirle le belle nudità. Fu una passeggiata trionfale nella città morta e i cittadini non ebbero a dolersi della loro riservatezza perchè il conte, seppure a malincuore, rispettò la sua promessa e ridusse le tasse. Ma la leggenda non finisce qui. Sembra infatti che un sarto, disonesto e lascivo, tale Peeping Tom, disubbidisse alla raccomandazione della contessa ed occheggiasse tra le persiane. Saputo che lo ebbe il conte, lo fece prontamente accecare. Ancora oggi, a Coventry, si ricorda con una processione il grazioso gesto di Lady Godiva, e non si ha nessuna difficoltà a trovare chi impersoni la contessa e passi nuda a cavallo per la città non più deserta, ma brulicante di folla festante e guardona.

NAMIBIA NEL CUORE

Quale viaggiatore non ha sognato l’immensità del deserto? La Namibia ha un posto speciale nella classifica dei paradisi terrestri, con i suoi splendidi panorami a perdita d’occhio. Un luogo unico che alterna paesaggi anche molto diversi, e che ci farà provare, al rientro a casa, la leggendaria malinconia chiamata mal d’Africa. Non ci sono particolari vaccinazioni da fare prima di partire. In valigia non serviranno neanche molte cose, per almeno 300 giorni l’anno il tempo è soleggiato. Anche in inverno, stagione secca che va da maggio a ottobre, il cielo è terso e il sole non vi abbandonerà. Da dicembre a marzo, invece, il Namib Park e l’Etosha Park sono un pò soffocanti. Potrete acquistare molti oggetti artigianali: dagli intagli dei kavango alle stuoie intrecciate, alle ceste, dai tappeti ai gioielli fatti dei semi e noci. A Windhoek c’è una produzione di pelletteria di lusso. Le pietre più interessanti utilizzate sono la malachite, l’ametista, il calcedonio, l’acquamarina e il quarzo rosa. Proprio Windhoek può essere un buon punto di partenza. Da li potete raggiungere il deserto del Namib e Sossuvlei, attraverso lo spettacolare passo dello Spreetshoogte, fino a Solitaire. Da qui proseguite per Sesriem, dove potrete pernottare in hotel. Il deserto che ricopre questa regione è sabbioso. Nella parte meridionale si ritiene che la desertificazione risalga a 80 milioni di anni fa. Per la fragilità dell’ecosistema, le auto seguono precisi tracciati. A Sossusvlei potrete ammirare le dune di sabbia più alte del mondo. All’alba le tinte albicocca del deserto mettono in scena uno spettacolo meraviglioso e indimenticabile. Una visita al Canyon di Sesriem è d’obbligo. Prossima destinazione: oceano Atlantico, Walvis Bay, la laguna che ospita molti uccelli e una colonia di fenicotteri. Si tratta del maggior porto della Namibia per l’esportazione di rame, piombo e uranio, ma soprattutto per la pesca oceanica. A Swakopmund è possibile dedicarsi a escursioni su piccoli aerei, oppure, in barca, avvicinare foche e delfini. Di nuovo verso l’interno del paese, nella regione del Damaraland, per visitare Cape Cross, dove c’è la colonia di otarie più grande del mondo. Indispensabile vedere le pitture rupestri dei boscimani di Twyfelfontein, la strana formazione naturale dell’Organ Pipe, la catena montuoso detta Burnt Moountain e la grande foresta pietrosa di Khorixas. Da qui sarà possibile raggiungere il parco nazionale di Etosha, santuario della fauna africana: 22 mila Km quadrati di riserva per grossi felini, elefanti e antilopi. 14 diversi ambienti vegetali, 350 specie di uccelli, 50 di serpenti e 115 di mammiferi. E’ possibile visitare anche il lago Otjikoto e il mercato artigianale di Okahandja. La regione di Kaokoland, invece, è caratterizzata da incantevoli vallate. Le piste sono selvagge e si incontrano spesso i villaggi dei nomadi himba. Questa tribù ha la pelle rossa e abita orizzonti fiabeschi. Un’altra escursione suggerita è quella del Bushmaland, una zona sabbiosa a nord est del paese dove, nel paese di Boscimani San, sarà possibile scoprire qualche segreto di questo popolo leggendario che vive nel deserto. Nell’Owamboland, verso il confine con l’Angola, vive invece la tribù degli owamba, il gruppo etnico più numeroso della Namibia, allevatori di bovini e capre. Potrete passare qualche notte in una pensione sulle rive del fiume Cunene, al lato delle spaventose cascate di Epupa.  E’ utile sapere che i parchi pubblici aprono all’alba e chiusono al tramonto. I permessi per visitare Sossuvlei e per attraversare lo splendido parco Namib Naujluft si possono ottenere direttamente all’ingresso del aprco a Sesriem. I primi europei che hanno calpestato il suolo della Namibia sono stati i portoghesi nel 1486, con Diogo Cao e Bartolomeo Diaz. Nel 1884, il commerciante tedesco Adolf Luderitz aveva promosso un protettorato tedesco per il sud est dell’Africa. Il suo breve passaggio fu però assai sanguinario. Nel 1893, per i continui furti di bestiame e l’usurpazione coloniale, i nama, diretti da Hendrik Witbooi, e gli erero si sollevarono. Dopo aver ucciso il 75% della popolazione, nel 1907, il nuovo governatore tedesco Von Lindequist firmò un trattato di pace con i nama. A seguito della scoperta dei diamanti, nel 1908, i tedeschi rafforzarono la loro presenza ma, 7 anni più tardi, in piena Prima Guerra Mondiale, le truppe sudafricane occuparono la Namibia. Nel 1919 la Lega delle Nazioni si fece carico del paese, offrendo la sua amministrazione straordinaria al vicino Sudafrica. Solo nel 1958 nascerà però la Southern West African People’s Organization, Swapo,m principale artefice dell’indipendenza della Namibia.

CURIOSITA’

In Italia è boom per gli investigatori privati. Secondo i dati delle Camere di commercio, le agenzie investigative registrate a Milano e Roma, rispetto al 2007, un incremento del 6 % come numero di uffici in attività e del 20% in più di fatturato. Il giro d’affari delle 3116 società e ditte individuali sfiora i 200 milioni di euro. L’esplosione riguarda anche il comparto della sicurezza, che comprende imprese di vigilanza, guardie del corpo oppure costruttori di porte blindate.

VERDURE SOTT’OLIO E SOTT’ACETO

PULIZIA: è fondamentale per la sicurezza delle conserve. Dagli utensili ai cibi, tutto deve essere perfettamente pulito.

VERDURA: l’ideale è quella appena raccolta, al giusto punto di maturazione; ma vanno bene anche gli ortaggi che si trovano al mercato, purchè freschi e sani.

SALE: va dosato con parsimonia perchè la conservazione accentua la sapidità.

OLIO: crea una sorta di pellicola attorno alle verdure e le protegge dall’azione dei batteri. Utilizzate quello d’oliva, meglio se extra vergine, perchè da più sapore alle preparazioni.

ACETO: oltre a dare gusto, serve a disinfettare le conserve. Per tradizione si usa quello di vino bianco perchè non altera il colore degli ortaggi.

AROMI: le erbe aromatiche devono essere freschissime e pulite con molta cura; il pepe e le altre spezie non devono essere più vecchie di un anno, altrimenti il profumo perde d’intensità.

Come tutte le altre verdure sott’olio, le zucchine vanno lasciate maturare almeno un mese prima di essere gustate, il tempo necessario perchè assorbano bene olio e aromi.

STERILIZZAZIONE DEI VASETTI VUOTI: lavate i barattoli e i coperchi con molta cura e sciacquateli per eliminare ogni traccia di detersivo; sistemateli in una pentola capiente con acqua fredda e portate a ebollizione. Lasciateli bollire a fuoco basso per 10 minuti; quindi scolateli, afferrandoli con una pinza o un forchettone e fateli sgocciolare capovolti su un canovaccio pulitissimo. Sistemateli in piedi su una placca e metteteli in forno a 100° per qualche minuto, così si asciugano bene anche all’interno, evitando la formazione di muffe.

Quando avete consumato tutta la conserva, non buttate l’olio: è ottimo per condire insalate, verdure crude, lessate o cotte a vapore.Per favorire la conservazione ottimale della preparazione, man mano che riempite i vasi, premete bene gli ingredienti, spingendoli verso il fondo con pinze lunghe, e battete i contenitori ogni tanto sul piano di lavoro, per evitare di lasciare bolle d’aria. Per scongiurare muffe e ossidazioni, gli alimenti devono restare immersi nel liquido di conservazione: prima di chiuderli, inserite nei vasi gli appositi pressini di plastica, utilissimi anche quando i vasi vengono aperti e non sono più+ completamente pieni.

STERILIZZAZIONE DEI VASETTI PIENI: riempite i vasetti lasciando uno spazio vuoto di circa 1 cm dal bordo, batteteli sul piano di lavoro per far assestare bene i vari strati e chiudeteli ermeticamente. Avvolgeteli uno alla volta in un canovaccio pulito e metteteli in una pentola che li contenga in misura, sul fondo della quale avrete già predisposto un altro telo per isolarli anche sotto. Versate tanta acqua quanto basta a coprire i vasetti di 2-3 dita e portate a ebollizione.

ERRORI DA EVITARE: usare verdure non perfettamente sane: le conserve non sono un modo per riciclare ortaggi non perfettamente maturi; basta una piccola parte ammuffita per rovinare tutta la preparazione. Sterilizzare i vasi pieni in pentole basse: non riusciresti a coprirli completamente con acqua e rischiereste di compromettere la conservazione del prodotto.

ETICHETTATURA: applicate un’etichetta su ogni vaso, indicando contenuto, data di preparazione e di scadenza.

SISTEMAZIONE: tenete i vasi in luogo fresco, asciutto e al riparo dalla luce. Controllate ogni tanto: al primo segno di fermentazione buttate via tutto.

APERTURA: svitando i tappi dei vasi, l’aria deve uscire con un leggero sibilo. Se il rumore è come un botto, la conserva si è alterata e non è più commestibile.

CONSUMO: una volta aperti, tenete i vasi in frigo  e consumate il contenuto nel giro di un paio di settimane.

 

GUSTAVO II ADOLFO: LA SVEZIA DELL’ETA’ DEI RE

Uno dei più fervidi e intensi periodi storici di tutti i tempi fu senza dubbio l’epoca dell’assolutismo, o, meglio, come a volte viene definita, l’età dei re: il XVII secolo vide infatti in continuo contrapporsi delle monarchie europee, decise a sconfiggere nemici altrettanto ambiziosi, in un gioco di alleanze destinate a cambiare repentinamente le sorti di guerre e battaglie. Così, mentre emergevano personaggi come Luigi XIV e Pietro il Grande, e mentre alcuni stati laici, tra i quali l’Inghilterra, ma anche la Francia e la Russia, si rendevano indipendenti dal potere del papato, altri monarchi, desiderosi di affermare anch’essi la loro predominanza nello scacchiere europeo, si allineavano allo schieramento più opportuno, come fece Gustavo II Adolfo Vasa, re di Svezia, non a caso detto il Grande. Nato nel 1594 dall’allora duca Carlo Vasa, poi divenuto re con il nome di Carlo IX di Svezia, e dalla seconda moglie Cristina di Holstein – Gottorp, Gustavo era un uomo di grandi ambizioni, solerte, perseverante, e soprattutto desideroso di non rimanere estraneo alla politica delle nazioni europee. Non dovette attendere molto, perchè la migliore opportunità fu colta durante la Guerra dei Trent’anni, che insanguinò l’Europa dal 1618 al 1648, della quale divenne un personaggio di rilievo. Il caso volle che la guerra contro la Polonia, durata in tutto 12 anni e durante la quale Gustavo Adolfo strinse un’alleanza con i principi protestanti tedeschi, contro la potenza asburgica, divenne il pretesto ideale per scendere sul campo di battaglia. Quando la Polonia fu sconfitta, si rafforzarono maggiormente i legami di quest’ultima con l’impero asburgico, il quale, occupando la Pomerania, dovette però arretrare di fronte allo schieramento della monarchia scandinava. Un evento che suggerì alla Francia di Richelieu di avvicinarsi proprio a Gustavo Adolfo, perseguendo l’antica idea di logorare gli Asburgo e prolungare la guerra in Germania: il re svedese si presentava come un alleato perfetto, essendo egli protestante, ma anche disponendo di forze militari notevolissime. Il 6 luglio del 1630, Gustavo Adolfo sbarcò sulla costa settentrionale della Germania con un esercito di 13000 uomini: prima di allora praticamente nessun europeo aveva mai visto un monarca scandinavo prendere parte a una guerra in cui erano coinvolti gli stati più potenti d’Europa e ben presto tutti si accorsero delle prestigiose forze militari di cui quel paese disponeva, esattamente come aveva intuito Richelieu. L’esercito svedese era a dir poco eccezionale: si dice che fosse la forza militare meglio equipaggiata, addestrata e compatta mai esistita dopo la legione romana. Gli uomini di Gustavo non solo possedevano la perfetta padronanza di armi eccellenti, l’artiglieria era leggera e mobile, e proprio la mobilità fu uno dei segreti di Gustavo Adolfo, ma erano abbigliati con indumenti ideali pesanti e resistenti, come per esempio calze di lana, guanti foderati in pelliccia  e stivali in cuoio impermeabili, così come seguivano la rigida disciplina imposta dal monarca e avevano la proibizione di attaccare e depredare ospedali, chiese e scuole, se non in rare eccezioni, duranti le quali, comunque, si limitavano ad eseguire gli ordini. La lealtà dei militari al loro re era assoluta, garantita anche dal fatto che Gustavo Adolfo aveva dato prova di essere un ottimo sovrano e un abile amministratore, ma anche un coraggioso re guerriero, che combatteva fianco a fianco dei suoi soldati, dimostrando abilità e solerzia. Fu Richelieu, a dire il vero, a compiere un errore grossolano, pensando di poter manipolare Gustavo Adolfo e le sue manie di grandezza a proprio vantaggio, perchè il re di Svezia, oltre che impavido, era anche intelligente e aveva ben compreso le mire del cardinale, del quale non voleva certo diventare uno strumento. Gustavo procedette dunque nella direzione che lui stesso desiderava, senza curarsi affatto di Richelieu: volendo creare una confederazione protestante nell’Europa centrale ed esserne il leader, riportò una serie di rapide vittorie fino a impossessarsi della Germania settentrionale, per affrontare infine nel settembre 1631 le forze dell’impero e della Lega Cattolica a Breitenfeld, nelle vicinanze di Lipsia. Ma il destino, si sa, a volte sa essere infinitamente gramo: nel novembre 1632, durante la battaglia nei pressi di Lutzen, si affrontarono l’esercito svedese e quello dell’imperatore Ferdinando II, guidato dal generale Albrecht Von Wallenstein. L’esercito svedese uscì vincitore da quella battaglia, in cui però Gustavo Adolfo trovò la morte, combattendo coraggiosamente sul campo. Quella fase della Guerra dei Trent’anni aveva evidenziato la potenza militare della Svezia, ma anche la profonda crisi politica della Germania, indebolita dalle lotte intestine tra principi, dalle quali nessuno aveva potuto trarne vantaggi personali. Con il Trattato di Praga del 1635 la Germania tornava ad essere com’era stata prima dell’avvio della guerra, mentre la storia voltava pagina un’altra volta.

LA GRANDE AQUILA REALE FEMMINA

L’aquila reale è presente in Italia sulla dorsale appenninica, sull’arco alpino, sui rilievi della Sardegna e della Sicilia. Lunga fino a 87 cm e con un’apertura alare che può raggiungere i 220, pesa da 3 a 7 Kg, la femmina è del 20% circa più grande del maschio. Il suo controllo del territorio arriva fino a 50 Km quadrati. L’aquila ha a disposizione 2 modi per cacciare: all’agguato e in volo, ma sempre cercando di sorprendere le prede. Di solito cacciano in 2: un’aquila vola bassa per mettere paura alla preda e l’altra dall’alto cerca di catturarla. L’aquila reale, che può sollevare 18 Kg di preda, si alimenta di mammiferi, fra cui preferisce i roditori, le lepri, le marmotte, i conigli selvatici e gli scoiattoli, e di uccelli, principalmente galliformi e, in inverno, anche di carogne.

TORTELLI CON STOCCAFISSO

  • 250 gr di stoccafisso con pelle  e lische bagnato e scottato
  • 400 gr di pasta fresca pronta per lasagne
  • 2 cipolle
  • 1 carota
  • 1 spicchio di aglio
  • 1\2 costa di sedano
  • 1 anice stellato
  • vino bianco
  • 750 gr di pomodori pelati
  • 4 filetti di acciuga
  • 50 gr di  merluzzo fresco
  • pangrattato
  • sale
  • parmigiano grattugiato
  • olio extra vergine di oliva
  • pepe

Trita 1 cipolla con carota, sedano, aglio. Soffriggili con poco olio,  unisci pelle e lische dello stoccafisso, pepe, anice e sfuma con il vino. Copri a filo d’acqua e fai restringere a fuoco dolce. Aggiungi i pelati, cuoci per ottenere un brodetto, filtralo e regola di sale e pepe. Trita la cipolla rimasta e rosolala in olio, nella pentola a pressione. Unisci acciughe e stoccafisso, sfuma con il vino, bagna a filo di acqua, chiudi e cuoci per 1 ora e 15 minuti. Sgocciola e frulla lo stoccafisso con il merluzzo fresco, pangrattato e parmigiano per ottenere il ripieno. Ricava dalla pasta tanti quadrati,  farciscili e chiudi i tortelli. Lessali in acqua salata, scolali e servili sul brodetto. Puoi guarnirli con striscioline di cavolo viola sbollentato e alghe wakame.