POLLO ALLA CANNELLA CON MELE AL FORNO

  • 1 pollo tagliato in pezzi
  • 3 mele+
  • 1\2 cipolla
  • 1 spicchio di aglio
  • 2 rametti di rosmarino
  • olio d’oliva
  • cannella in polvere
  • sale
  • pepe
  • vino bianco per sfumare

Scalda una casseruola con l’olio, il rosmarino, l’aglio e la cipolla tritata. Unisci il pollo e rosolalo a fiamma vivace mescolando spesso. Insaporisci con sale, pepe e una spolverata di cannella. Sfuma con il vino e porta a cottura a fiamma bassa, inumidendo il fondo con poca acqua calda se serve. Taglia le mele in spicchi senza sbucciarle, condiscile con sale, pepe, olio e rosmarino e cuocile in forno a 200° per 10 minuti. Servi il pollo con le mele do contorno. Se ti piacciono le mele in composta, puoi cuocerle in un tegame senza acqua e ridurle in purea con il frullatore a immersione.

FAVE

Originarie dell’Asia e coltivate da almeno 4000 anni, hanno avuto fama alterna. usate per i sacrifici agli dei e considerate nefaste, in quanto legate la mondo dei morti secondo la mitologia greca, sono poi diventate goloso simbolo di abbondanza, tanto da essere anche lanciate agli sposi.  Dette carne dei poveri per la marcata carica proteica, erano considerate anche un potente afrodisiaco, che compare in preparazioni dai nomi eloquenti come la cecamariti salentina, frittelline di verdura in pastella. Coltivate per lo più in Puglia, Sardegna, Sicilia e Basilicata, sono i meno calorici tra i legumi. Ricche di ferro, fibra e sali minerali, le fave sono energizzanti e depurative. Ottime crude con il pecorino, tipico piatto romano per il pic nic del 1 maggio, esaltano la loro cremosità sotto forma d purè: il macco, per esempio, è l’evoluzione della puls fabata decantata dal gastronomo Alpicio. Cotte e intere si usano in condimenti, sformati e frittate. Ne esistono diverse varietà, verdi, gialle e bianche. Tra le più rinomate le siciliane di Caltagirone e le pugliesi di Carpino. Le fave deperiscono in fretta: quando le compri, verifica che il baccello sia intatto, di colore omogeneo e ben teso. Tienile in frigo in un sacchetto di carta per 2 – 3 giorni al massimo, lasciandole nel baccello. Se son o piccolissime e tenere puoi mangiarle crude con la pellicina, altrimenti sbollentale per 3 – 4 minuti ed eliminala: i legumi risulteranno più dolci e digeribili. 75% è lo scarto per ogni chilo di fave con il baccello ne restano solo 250 gr da mangiare

BURGER VEG

Questi happy meal coniugano gusto e salute in deliziosi strati. Le variazioni sul tema sono praticamente infinite, ma la scelta da prediligere è quella di creare veggie burger dall’apporto di nutrienti bilanciato.

DI CEREALI: è perfetto il riso, ma puoi usare anche orzo, farro o miglio. Perferisci i cereali integrali perchè più ricchi di minerali, come ferro, zinco, magnesio,  potassio, selenio, e di antiossidanti che, insieme, rafforzano le difese immunitarie. Accompagnali a verdure di stagione  da cucinare appena acquistate, così che non perdano tutti i principi nutritivi.

PER VEGANI E CELIACI: l’ingrediente principale è il superfood originario dell’America Latina: la quinoa. Priva di glutine e quindi adatta ai celiaci, è ricca di proteine, conferisce gusto e consisgtenza delicata ai burger; la farina di semi di lino mescolata all’acqua sostituisce le uova e funge da legante.

DI LEGUMI: ceci, fagioli, lenticchie sono ricchi di proteine e possono sostituire egregiamente i cibi di origine animale. Non frullarli, ma tritali in modo da ottenere una buona consistenza. Il loro sapore delicato va esaltato con l’aggiunta di ingredienti sapidi come la salsa di soia, il cumino e la paprika.

Se hai scelto di seguire una dieta sana e di ridurre il consumo di carne, i veggie burger sono quello che fa per te: perchè siano completi sotto il profilo nutrizionale, le proteine di legumi, soia e quinoa devono essere associate a quelle dei cereali, il famoso panino morbido con i semi sulla superficie, cosi da avere tutti gli amminoacidi essenziali. Fondamentale, un contorno di verdure crude. Per una cottura light, il forno è il metodo più indicato: cuocili a 180° finchè non saranno dorati da entrambi i lati.

UN TOCCO DI ZENZERO

Pranzi delle feste molto ricchi? Una tisana allo zenzero vi aiuterà a digerire e a sentirvi più leggeri. Mal d’auto o d’aereo? Contro la nausea provate a masticarne un pezzetto di radice fresca. Il decotto migliora la respirazione in caso di raffreddore mentre per il mal di gola è molto efficace quello candito. Chi è abituato a considerare lo zenzero una spezia della cucina orientale forse si stupirà di tante virtù salutistiche. Ma questa radice di una pianta di origine asiatica viene utilizzata da millenni per scopi terapeutici  dalle medicine tradizionali, da quella cinese all’ayurveda indiana, e in erboristeria. In realtà, benchè comunemente sia chiamata radice, lo zenzero, ginger in inglese, è un rizoma, cioè un ingrossamento sotterraneo del fusto, di forma irregolare e bitorzoluta. La sua pianta, simile all’orchidea con fiori profumati, è coltivata soprattutto in India e nella gran parte dei paesi tropicali. Il suo uso si è abbastanza diffuso anche da noi ed è facile trovarlo tutto l’anno sia dal fruttivendolo sia al super. Quello fresco, il più intenso come aroma e sapore, va pelato e affettato sottilmente o grattugiato e poi spremuto per estrarne il succo; intero o in polvere, ha un gusto meno pungente. Lo zenzero candito si può comprare già pronto o preparare in casa mentre quello sottaceto, rosa pallido, è una specialità giapponese, gari, che accompagna abitualmente sushi e sashimi.  Lo zenzero è una delle spezie più studiate: negli ultimi anni le ricerche si sono concentrate sugli effetti antiossidanti e anti tumorali ma alcune proprietà terapeutiche sono documentate da tempo. In primo luogo è un toccasana per i piccoli problemi dell’apparato digerente. Contro la nausea si consiglia di assumerne un pezzetto o 2 gocce di olio essenziale diluite in acqua mentre per i bambini si trovano le gomme da masticare. E’ invece controverso il suo  utilizzo in gravidanza: sempre meglio consultare il medico prima di assumerlo. Lo zenzero è anche un efficace digestivo che combatte gonfiori e pesantezza: in commercio si trovano varie tisane ma l’infuso si può preparare anche in casa con acqua bollente e un cucchiaino di quello in polvere, che si scioglie facilmente. Grazie alla sua azione diaforetica, che cioè stimola la sudorazione, nella stagione fredda il decotto da ginger è utile contro raffreddore e tosse. Per il mal di gola, invece, fa bene sgranocchiare pezzettini di zenzero candito, ma anche le caramelle o un pizzico di quello in polvere con il miele. Tutti conoscono gli omini di pan di zenzero che si preparano a Natale, ma l’utilizzo di ginger non si limita a dolci, confetture, frutta candita, sciroppi e bibite, come il ginger ale. Il suo profumo pungente e il suo gusto leggermente piccante si sposano al meglio con i piatti salati: grattugiato al momento, o in polvere, insaporisce pesce e crostacei, carni bianche e selvaggina, ma anche primi, paste e risotti, brodi e zuppe, verdure, carciofi, asparagi, broccoli, e uova. Ottimo per le marinate, con salsa di soia, limone e aglio; per gli stufati di carne rossa, aggiunto in polvere; con i formaggi di capra e pecora e persino su pere e prosciutto crudo di Parma. La radice fresca si conserva in frigo nel cassetto delle verdure, anche per diverse settimane: va avvolta nella carta assorbente, da cambiare se si inumidisce, chiusa in un sacchetto di plastica, e riposta allo stesso modo quando si usa. Lo zenzero essiccato va tenuto in un recipiente ermetico, al buio e al riparo dall’umidità.

CURIOSITA’

WASHINGTON. Un libro di recente pubblicazione, dedicato alle case più curiose costruite negli ultimi 50 anni, ricorda, tra le altre, quella che l’architetto Micheal Reynolds progettò e realizzò per sè nel Nuovo Messico alla fine degli anni 90. Si trattava di una villa di gomma: i muri erano composti da pile di pneumatici usurati, opportunamente trattati, e consentivano di mantenere all’interno una temperatura costante di 20°, con notevole risparmio energetico e riciclo ecologico di materiale di discarica.

ORTAGGI SOTTOVETRO

Le conserve salate invernali sono nate per conservare l’eccedenza di verdure e le prime erbe spontanee.  In Liguria, Lazio, Puglia, Sicilia e Sardegna si mettono in vaso tanti carciofini; in Veneto il radicchio e nel Centro Sud le cicorie selvatiche. Poi ci sono i lampascioni pugliesi e la scorzonera ligure. In Friuli, date le influenze culturali mitteleuropee. primeggiano crauti e verdure acide, come rape e barbabietole; iniPIemonte i cavolfiori sott’aceto e nella pianura emiliana le giardiniere da abbinare allo gnocco fritto. La zucca marinata, tipica del padovano, invece ha origini ebraiche. Oggi la sterilizzazione casalinga è più sicura di un tempo, ma occorre fare attenzione per evitare intossicazioni alimentari anche gravi. Le verdure devono essere sane, pulite e i vasetti sterilizzati, fatti bollire per 5 minuti completamente immersi nell’acqua; la soluzione di acqua e sale va bollita e lasciata raffreddare e bisogna lasciare 2 cm liberi sotto il coperchio perchè si formi il sottovuoto. I tappi a vite e le guarnizioni, poi, devono essere nuovi. Le conserve si sterilizzano a bagnomaria e l’acqua deve superare di alcuni cm i tappi dei vasi, ed essere rabboccata con acqua in ebollizione, se necessario. Il tempo di sterilizzazione si calcola da quando l’acqua inizia a bollire e varia dai 20 minuti all’ora, secondo le dimensioni dei vasi. I barattoli vanno tolti dal bagno maria solo quando l’acqua è completamente fredda e bisogna verificare che il tappo a vite si sia abbassato al centro, o che sollevando il gancio dei vasetti con guarnizione in gomma il coperchio rimanga bloccato, segno che il sottovuoto si è formato. Se il tappo è gonfio, sono visibili muffe oppure bollicine le conserve non vanno consumate.

CREMA DI ASPARAGI

Lava gli asparagi togliendo la parte bianca più dura, ti servono 2 mazzetti di asparagi freschi. Cuoci a vapore 2 patate a vapore e sbucciale. Intanto fai bollire gli asparagi in 500 ml di latte di soia, fino a quando diventeranno morbidi. Nel frullatore metti gli asparagi, il latte di soia e le patate. Aggiungi una presa di sale marino e un pizzico di pepe. Questa crema è deliziosa con i crostini tostati.

PANE GLASSATO ALLA CANNELLA CON CANDITI

  • 80 gr di scorze di arancia candita
  • 1 cucchiaio di cannella
  • 600 gr di farina
  • 75 gr di burro di soia
  • 10 gr di lievito di birra secco
  • 75 gr di zucchero
  • 3,5 dl di latte di miglio
  • 10 gr di sale
  • 40 gr di ciliegie disidratate
  • 2 cucchiai di zucchero di canna
  • 1 bustina di zafferano
  • olio di sesamo
  • 100 gr di zucchero a velo
  • 1\2 limone

In una ciotola sciogli lievito e zucchero con 3 dl di latte di miglio. Fai riposare 10 minuti, poi unisci 65 gr di burro di soia, la farina e il sale. Ora impasta fino a ottenere una palla liscia. Ungila con poco olio di sesamo, coprila con pellicola e lasciala lievitare per 1 ora e mezza. Stendila su un foglio di carta da forno. Distribuisci il burro rimasto a fiocchetti, cospargi con un mix di zucchero di canna e cannella e con arance e ciliegie tagliate a dadini. Arrotola per il lungo, trasferisci su una placca e incidi in 8 fette, senza separale del tutto. Spennella con il latte rimasto e lo zafferano, fai lievitare per 30 minuti. Cuoci in forno a 200° per circa 1 ora. Impasta lo zucchero a velo con 2 cucchiai di succo di limone, goccia a goccia. Glassa il pane con questo composto e fai asciugare.