Alchechengi colombiani, banane costaricane, avocado peruviani, mango messicani, litchi cinesi e rambutan malesi: per fare il giro del mondo basta leggere le etichette della frutta esotica venduta nei negozi specializzati o al super. O meglio, per scoprire un mondo di forme, sapori, profumi e prodotti della terra molto diversi da quelli a cui siamo abituati. Un mondo che ci attrae sempre di più, tanto che ormai la frutta esotica non si trova solo sotto le feste come è stato per decenni, ma si può comprare tutto l’anno. Del resto per questi prodotti il concetto di stagionalità non esiste: sono talmente diffusi in tutti gli emisferi che le stagioni di raccolta nei vari paesi si susseguono. Banane e ananas sono i decani dei frutti tropicali in Italia e a tutt’oggi restano i più consumati. Un mercato enorme, dominato da grandi multinazionali specializzate come Chiquita e Del Monte, che controllano il commercio mondiale. Ma ananas e banane sono sempre più spesso affiancati da altri frutti esotici: dalla papaya all’alchechengi alla carambola. A fornirli sono coltivatori di ogni parte del mondo. Ma, curiosamente, ci sono anche frutticultori europei. La provenienza della frutta esotica deve essere sempre indicata in etichetta o sui cartelli esposti, dove va precisata anche la categoria commerciale. Non è invece obbligatorio indicare la varietà, che sarebbe molto utile per decidere l’acquisto, visto che comporta molte differenze. Ad esempio, il mango di varietà Kent è il migliore, perchè è molto saporito, privo di fibra e resiste bene anche ai lunghi trasporti. Eppure non è facile da trovare al super. La ragione? Il colore verdognolo della buccia, che lo rende meno invitante. E’ il destino anche dei lime migliori, quelli brasiliani, che, a causa della buccia gialla, sono meno richiesti di quelli verdissimi provenienti dal Messico. Non solo la frutta esotica si trova più facilmente e in ogni periodo dell’anno, ma costa anche meno che in passato. I motivi sono tanti: i volumi sono aumentati e la filiera si è semplificata, perchè spesso molti commercianti si approvvigionano direttamente dai produttori. E questo comporta un risparmio. Per chi non vuole rinunciare a cocco e papaya neppure in tempi di crisi ci sono tante opportunità per risparmiare. Oltre a tenere d’occhio i volantini promozionali dei super, dove si trovano in particolare ananas e banane, si può comprare la frutta esotica al discount o scegliere quella che arriva via mare, meno costosa di quella trasportata in aereo, indicazione non obbligatoria in etichetta, ma spesso inserita. Fruttivendolo o super? Discount o negozietto etnico? Non c’è che l’imbarazzo della scelta perchè ormai papaya, mango e avocado si trovano dappertutto. In ogni caso, per fare un buon acquisto è meglio comprare i frutti esotici più delicati nei negozi di fiducia e che hanno un buono smercio, preferendo quelli arrivati via aereo. Invece la frutta che non viene danneggiata dal trasporto via mare si può acquistare dove si preferisce. Se si cercano frutti particolari, varietà meno conosciute, ma anche consigli su come usare questi frutti non c’è niente di meglio dei negozi alimentari etnici, sempre più diffusi.
ANANAS: cresce in quasi tutti i paesi tropicali, anche se in Italia arriva da Costa Rica e Costa D’Avorio. E’ poco energetico, ricco di potassio e di vitamina C e contiene bromelina, che favorisce la digestione delle proteine. Consistenza soda, ciuffo fresco e buccia brillante sono indici di maturità. Va tenuto a una temperatura superiore agli 8 gradi.
ALCHECHENGI: Questa bacca, originaria del Perù, si coltiva anche nel Mediterraneo, in Africa Centrale e Colombia. Ricca di vitamina c, il doppio del limone, e dal piacevole gusto acidulo, si trova in commercio solo tra ottobre e gennaio. Comprate alchechengi con l’involucro secco e chiuso e teneteli al riparo dalla luce, a temperatura ambiente.
AVOCADO: coltivato soprattutto in Messico, Indonesia, Cile e USA, è molto nutriente per l’alto contenuto di grassi buoni anticolesterolo, potassio e acido folico. L’avocado maturo, che ha consistenza burrosa, si riconosce perchè, premendolo leggermente, risulta morbido quasi come una pera. A casa si conserva per 5 – 7 giorni in frigo.
BANANA: Originaria dell’Asia, oggi si coltiva in oltre 150 paesi tropicali, ma anche alle Canarie, a Cipro e in Sicilia . Gustosa e nutriente, apporta molti zuccheri e un bel mix di vitamine e sali minerali. Le banane mature hanno la buccia giallo intenso o tigrata. Non vanno tenute in frigo, ma a temperatura ambiente in un luogo fresco e asciutto.
CARAMBOLA: chiamata anche star fruit, è originaria dello Sri Lanka, anche se oggi il maggior produttore è la Malesia. Si mangia con la buccia e la sua polpa croccante e succosa è ricca di antiossidanti, vitamina C, potassio e fibre. Si conserva a temperatura ambiente per 2 – 3 giorni, mentre in frigo arriva a 15 giorni.
COCCO: è la parte commestibile del seme di una grossa drupa ed è molto energetico, perchè ricco di grassi e carboidrati. Quelli venduti in Italia arrivano perlopiù da Costa D’Avorio, Repubblica dominicana e Sri Lanka. Le noci di cocco migliori sono piene di liquido, perchè significa che sono fresche. Vanno tenute in frigo.
FRUTTO DELLA PASSIONE: conosciuto anche come maracuja o granadilla, e coltivato in America Centrale o meridionale, Oceania e nel sud est asiatico. E’ una buona fonte di potassio, un solo frutto ne contiene quanto 2 banane, e ferro. All’acquisto è meglio se ha la buccia grinzosa, indice di maturità. In frigo si conserva fino a 15 giorni.
LITCHI: è molto coltivato nelle Americhe e in Asia. IN Italia proviene soprattutto da Malesia e Madagascar. Contiene vitamina c e magnesio e va comprato quando ha un aspetto fresco, mentre se è molle, tende a essere acido. Si conserva a temperatura ambiente per 2 settimane e si può consumare anche se il guscio scurisce.
MANGO: coltivato soprattutto in India, Thailandia, Brasile e Messico, ma anche in Spagna, è un’ottima fonte di vitamina c e provitamina a. Il mango maturo si riconosce perchè al tatto è appena morbido, quasi quanto una pesca. Va tenuto a temperatura ambiente perchè il frigo ne peggiora le qualità organolettiche.
PAPAYA: originaria della Malesia, oggi si coltiva soprattutto in India, Brasile e Messico. Poco calorica, ha tante vitamine a e c e un buon contenuto di pectina, che la rende ideale per preparare le marmellate. Più è matura, più è gialla e la varietà migliore è la formosa. La papaya continua la maturazione a temperatura ambiente e teme il freddo.