STELLA CON RIPIENO DI PORRI E PANCETTA AFFUMICATA

  • 2 dischi di pasta sfoglia rustica già stesa
  • 2 porri
  • 1 manciata di spinaci novelli
  • 1\2 bicchiere di vino bianco secco
  • 100 gr di pancetta affumicata a fette
  • 80 gr di robiola
  • 200 gr di brie
  • 1 tuorlo
  • 1 cucchiaio di latte
  • olio extra vergine di oliva
  • sale
  • pepe

Affetta i porri e falli saltare in padella con 2 cucchiai di olio, metà della pancetta tritata e una presa di sale; sfuma con il vino e aggiungi gli spinacini puliti. Falli asciugare mescolando, lascia raffreddare e incorpora la robiola. Srotola un disco di pasta sfoglia e stendi fino a 3 cm dal bordo il mix di porri e spinacini, poi sistema le fette di pancetta e il brie a fettine. Corpi con il secondo disco di pasta e sigilla i bordi. Appoggia una scodella al centro della pasta e, partendo dal bordo della scodella verso l’esterno, incidetela con 16 tagli. Rigira su loro stesse le 16 strisce ottenute e accoppiale a 2 a 2. Sigilla le punte, pizzicandole con le dita inumidite. Sbatti il tuorlo con il latte e spennella la superficie. Incidi il centro della sfoglia con un motivo a stella, utilizzando un coltellino. Raffredda nel freezer per 15 minuti. Inforna a 220° per 10 minuti, copri con carta da forno, abbassa la temperatura a 200° e cuoci per altri 25 minuti circa. Togli la carta e metti il forno ventilato per qualche minuto. Ora la stella è pronta per essere servita.

SEMI DI CHIA

Grazie al loro sapore quasi neutro i semi di chia si possono utilizzare per moltissime ricette,sia dolci sia salate. Sono utili per addensare zuppe e minestre e per realizzare gelatine e marmellate. Sono i semi della pianta aromatica Salvia Hispanica, originaria del Messico, ottenuti dai suoi fiori viola e blu. Conosciuti e utilizzati già dagli Aztechi, che li consideravano magici e li portavano in battaglia, questi piccoli semi di forma piatta e ovale e dalla superficie lucida, oggi sono stati inseriti tra i cosiddetti superfood, cibi particolarmente salutari e con proprietà benefiche. Sono infatti ricchi di acidi grassi essenziali, Omega 3 e 6, oltre ad avere un’alta concentrazione di sali minerali, tra i quali calcio, selenio e zinco, vitamine, antiossidanti e fibre. Sono considerati un alimento ideale per la dieta degli sportivi per il loro apporto energetico e per gli effetti anti infiammatori che favoriscono il recupero delle articolazioni. Per godere al massimo di tutti i loro benefici vanno preferibilmente consumati crudi, ad esempio mescolati in insalate o aggiunti a yogurt, muesli, macedonie di frutta, ma si possono anche incorporare a impasti per pane, focacce, torte salate, ai quali regalano croccantezza. I semi di chia sono anche grandi alleati della bellezza e della salute di pelle e capelli; in cosmetica viene utilizzato l’olio di chia, ottenuto mediante spremitura a freddo, per il suo effetto anti aging, contro rughe, imperfezioni della pelle e acne. Possono essere conservati anche per lunghi periodi, purchè in un contenitore a chiusura ermetica e al riparo dalla luce. Molto diffusi nel Centro America, in particolare in Paraguay, Bolivia, Messico, Guatemala e Argentina, i semi sono utilizzati sia come fonte di cibo, sia per la preparazione di una particolare bevanda appunto chiamata acqua di chia. La chia si trova facilmente anche in Iran, dove viene impiegata soprattutto per la realizzazione di una bibita fredda nota come il nome di Sharbat.

UOVA

Come si scelgono le uova? Osservando con attenzione le indicazioni sulla confezione che riportano una lettera A, B o C per definire la freschezza e una taglia: da XL a S che segnala la misura. L’indicazione più significativa è numerica, è compresa fra 0 e 3 e riguarda le modalità di allevamento delle galline. Ed è la notizia più importante da conoscere, perchè le condizioni di vita a cui sono sottoposte determinano la composizione chimica delle uova e quindi incidono sulla nostra salute. 0 segnala che si tratta di uova da agricoltura biologica prodotte da galline nutrite con mangimi bio e cresciute all’aperto. 1 si usa per gli animali che razzolano all’aperto poche ore al giorno. 2 significa allevamento a terra: ma non tutti sanno che le galline vivono comunque rinchiuse all’interno di un capannone. 3 indica l’allevamento in gabbia per cui sono in recluse e costrette a deporre le uova nella macchina per la raccolta. Il modo in cui vivono le galline influenza la qualità delle uova: quelle che provengono da allevamenti intensivi sono povere di vitamine, ma ricche di acido arachidonico, un precursore di alcune molecole che causano infiammazioni. Al contrario, le uova biologiche contengono sostanze anti infiammatorie, come gli Omega 3, e anche più vitamine. Quindi il consiglio è evitare le uova di galline allevate al chiuso, che apportano poche vitamine e più colesterolo per scegliere invece quelle delle galline che vivono all’aperto e sono prodotte da agricoltura biologica: per farlo, cerchiamo il numero 0. Le uova di gallina restano fresche per circa 9 giorni. Conservate inf rigo nella confezione è possibile consumarle per altri 7 giorni senza problemi. Un uovo gande da 70 gr fornisce il 16% del fabbisogno quotidiano di proteine di un adulto. E si tratta di proteine nobili dall’alto valore biologico. Le linee guide della società italiana di nutrizione consigliano di mangiare uova da 1 a 4 volte a settimana. Sono infatti un alimento completo, ricco di proteine e facile da digerire, soprattutto se cucinate alla coque o in camicia. 100 gr forniscono 143 Kcal e sono molto sazianti: regalano un senso di pienezza che toglie la voglia di mangiare ancora nelle ore seguenti. Sempre più richieste, soprattutto perchè, piccoline come sono, le ovette di quaglia si prestano a decorare i piatti. Non differiscono troppo da quelle di gallina, in cucina si usano e si cuociono nello stesso identico modo; cambiano solo le dimensioni: a 1 uovo di gallina corrispondono 5 di quaglia.

CURIOSITA’

Delle tante illazioni, suicidio, overdose di medicinali, collasso cardiaco, che si sono fatte sulla morte di Elvis Presley, il re americano del rock divenuto un mito, sembra che nessuna sia giusta. Stando agli studi di un’equipe di medici inglesi il grande Elvis sarebbe morto per una banale indigestione. Amava molto, infatti, abbuffarsi e quando qualche cibo gli piaceva in modo particolare non era capace di controllarsi.

SEMPRE IN CONTATTO

Nella danza classica, alle ballerine maggiormente dotate di elevazione e quindi di virtuosismo aereo, si contrapponevano quelle specializzate nei cosiddetti movimenti orizzontali. esse eccellevano nei passi che non perdono mai il contatto con il suolo e per i quali occorre non minor virtuosismo, richiedendo un’assoluta perfezione di esecuzione. Le celebri Camargo e Zucchi sono citate come esempi incomparabili di questo secondo genere di danza, definito con un’espressione francese che paradossalmente ha un significato totalmente diverso da quello deteriore usuale: terre a terre, terra a terra.

TRIGLIE

Nei mari italiani ne esistono 4 varietà, di cui 2 vengono gustate sulle nostre tavole: la triglia di scoglio e la triglia di fango. La prima è decisamente più saporita. Sono caratterizzate da un dorso di colorazione rossastra che viene accentuata dalla cottura. Data la loro carne tenera e gustosa le triglie si prestano a diverse preparazioni e ricette i cui tempi di cottura devono essere brevissimi. Sono ottime alla griglia, alla brace, al cartoccio, in umido, al limone, impanate e fritte, marinate. Si prestano a ogni tipo di cottura, alla brace, in padella o in forno e le si può cucinare sia intere sia sfilettate. Come tutto il pesce azzurro, hanno un alto contenuto di acidi grassi polinsaturi Omega 3, considerati essenziali.

L’ALTRA MEDICINA

Gli italiani che si curano con l’omeopatia sono arrivati ad 8 milioni, un aumento pari al 50% in pochi anni. Una spinta al consumo di medicine alternative viene in particolare dalla rapida diffusione delle intolleranze e allergie nei confronti dei farmaci convenzionali. In Inghilterra, anche la famiglia reale fa ricorso alla medicina omeopatica, insieme al 29% della popolazione britannica. In Francia, 3 medici su 4 ritengono efficace l’omeopatia e gli specialisti in questa nazione sono circa 25000. In Italia, più di 10 milioni di persone si curano non medicine non convenzionali: 3 milioni fanno ricorso all’agopuntura e 6 milioni fanno uso di farmaci ricavati da estratti di piante. Nell’Italia del nordest, 1 individuo su 4 fa ricorso a terapie alternative.

DALAI LAMA

Trovo che il mondo di oggi sia profondamente cambiato: è diventato più piccolo, sia per l’evoluzione delle moderne tecnologie, sia per la nuova economia globale e anche per il grande accrescimento della popolazione. Però, la nostra consapevolezza non si è evoluta nello stesso modo; continuiamo ad aggrapparci ad antichi confini nazionali e al pensiero di noi e loro.

LASAGNE CON GAMBERI E CARCIOFI

  • 250 gr di lasagne fresche all’uovo
  • 4 carciofi puliti
  • 250 gr di spinaci freschi
  • 1 spicchio di aglio
  • 24 gamberoni
  • scorza d’arancia grattugiata
  • 1 cucchiaino di scorza di limone grattugiata
  • pepe
  • 2 cucchiaini di concentrato di pomodoro
  • 60 gr di farina
  • 60 gr di burro
  • 5 dl di latte
  • 1 limone
  • 1 mazzetto guarnito di timo e alloro
  • 50 gr di grana padano grattugiato
  • olio extra vergine di oliva
  • sale

Sguscia i gamberoni. Tosta i gusci in una casseruola con 2 cucchiai di olio, unisci il concentrato di pomodoro. Dopo 1 minuto versa 6 dl di acqua, il mazzetto guarnito e fai sobbollire 30 minuti, filtra e fai andare piano: la salsa deve diventare 1 dl di liquido. Fondi 50 gr di burro, tosta la farina e prepara la besciamella aggiungendo, mescolando, il latte. Versa la salsa di crostacei e fai addensare. Sala, pepa e incorpora il grana. Affetta fini i carciofi e mettili in acqua e succo di limone. Saltali in padella con 2 cucchiai di olio, 1 cucchaino di scorza di arancia e 1 di limone e l’aglio schiacciato. Poi levalo e pepa. Scalda una padella anti aderente, aggiungi una presa di sale, 1 filo di olio e salta le code di gamberi, devono rimanere crude al centro. In un altra padella fai appassire gli spinaci umidi con poco olio e sale. Tritali e uniscili alla besciamella. Cuoci la pasta 1 minuto, scolala, raffreddala nell’acqua e scolala su un telo. Disponi la pasta a strati in una teglia unta di burro, alternando la besciamella, 3\4 dei gamberi tagliati a pezzi grossi e i carciofi. Pepa ogni strato. Finisci con la besciamella, i carciofi e i gamberi tenuti da parte. Gratina in forno a 200° per 15 minuti, coprendo le lasagne con alluminio se si asciugano troppo.

CASERECCE CON RAGU’ INFORNATO AI PEPERONI

  • 320 gr di caserecce
  • 300 gr di polpa di manzo macinata
  • 3 peperoni di colori diversi
  • 1 cipolla bianca
  • 20 gr di pecorino grattugiato
  • 20 di grana padano grattugiato
  • 2 cucchiai colmi di ricotta soda
  • 1 uovo
  • 20 gr di pangrattato
  • 2 cucchiaini di paprika dolce affumicata
  • 1\2 cucchiaino di paprika piccante
  • prezzemolo
  • origano secco
  • olio extra vergine di oliva
  • sale

Impasta la carne con il pecorino, il grana e la ricotta. Poi aggiungi l’uovo sbattuto, il pangrattato, 1\2 cipolla tritata finemente e i 2 tipi di paprika. Sala e forma tante polpettine con le mani unte con un po di olio. Abbrustolisci i peperoni sotto il grill del forno finchè la pelle sarà brunita. Trasferiscili in un sacchetto di carta e lasciali intiepidire. Ora spellali, elimina i semi e tagliali a dadini. Condiscili con la cipolla rimasta tritata grossolanamente, sale, un filo di olio e una presa di origano. Distribuisci i peperoni in un’ampia teglia, appoggia sopra le polpette e muovile un po in modo che si ungano con il condimento dei peperoni. Cuoci in forno a 200° per 15 minuti. Intanto, lessa le caserecce in abbondante acqua bollente salata e sgocciolale. Condiscile con il ragù e completa con un po di prezzemolo tritato.