DORI LESSING: LA GRANDEZZA DELLA SEMPLICITA’

A volte, i più celebri personaggi della letteratura, della pittura, della musica e di qualunque altro talento sia stato messo a frutto, vivono in quell’indefinibile dimensione che esiste tra normalità e follia, in certi casi quasi devoti agli eccessi, senza i quali non potrebbero vivere e soprattutto creare, procurandosi così un destino molto spesso un destino assai poco benevolo. Ma, come sempre, le eccezioni non mancano, e tra questi può essere annoverata Dori Lessing, illustre scrittrice britannica vincitrice del premio Nobel nel 2007: quando ricevette la notizia dell’ambito riconoscimento, la letterata stava scendendo dal taxi, era abbigliata in maniera del tutto casuale, e sollevava pesanti borse della spesa. Esattamente come accade a migliaia di donne in tutto il mondo. Il commento della scrittrice, dopo aver appreso la notizia, è stato questo: ” Ho vinto ogni dannato premio in Europa, sono contenta di vincere anche questo. Ho fatto scala reale!”. Un’ironia semplice, dettata dalla schiettezza che l’ha sempre contraddistinta e di cui solo ben pochi grandi sono capaci, di rado avvezzi alla normalità del vivere quotidiano. E quella semplicità d’animo, nel caso di Loris Lessing, vuol dire anche genialità, acume, intelligenza, profondità intellettuale e molte altre doti ancora, che ella seppe esprimere al meglio sempre sotto l’egida della ribellione e dell’anticonformismo. Non ebbe una vita facile e, anzi, tutto sembra fin dal principio convergere in una straordinarietà di eventi, che la portarono a condurre un’esistenza avventurosa e a tratti esotica, ricca di esperienze destinate a far affiorare il talento della scrittrice e a modellare una personalità forte ed eclettica, aperta alle problematiche di quel mondo in cui il destino l’aveva fatta vivere. Doris May Tayler, avrebbe assunto e mantenuto il cognome Lessing dopo essersi sposata in seconde nozze con il tedesco Gottfried Lessing, nacque nel 1919 a Kermanshah, in Iran, allora ancora Persia, da genitori inglesi: il padre era un ufficiale britannico, reduce del primo conflitto mondiale, trasferitosi con la moglie infermiera dapprima in Iran, dove aveva trovato un posto in banca, poi nello Zimbabwe, allora Rhodesia del sud, nel 1925. I sogni dei genitori non si avverarono: il padre voleva arricchirsi coltivando mais in Africa, ma il suo progetto si rivelò un completo fallimento. La madre invece desiderava per la figlia un’istruzione di alto lignaggio, che si ispirasse a criteri di signorilità e classe. Nulla di peggio per l’indomita Doris, che a soli 15 anni decise di rendersi indipendente: se ne andò di casa e trovò impiego dapprima come infermiera e poi come telefonista. Ma era troppo poco per una giovane che probabilmente già sentiva l’impulso a realizzarsi in un altro modo, senza tuttavia riuscire ancora a intendere quale sarebbe stata la sua strada. Dovevano trascorrere alcuni anni prima di arrivare alla chiarezza delle proprie aspirazioni, durante i quali l’indomita Lessing scelse di sposarsi, per ben 2 volte; matrimoni seguiti da altrettanti divorzi. Convolò a nozze la prima volta a soli 19 anni, ebbe 2 figli e dopo 4 anni, nel 1943, divorziò, per innamorarsi e sposare l’attivista tedesco Gottfried Lessing, dal quale fu comunque inevitabile il divorzio. Quell’inquietitudine che da sempre l’animava sfociò nel primo romanzo, L’erba canta, scritto nel 1950 a Londra, dove si era trasferita nel 1949, lo stesso anno del secondo divorzio. Ciò non fu casuale: la Lessing avvertiva il matrimonio come una sorta di prigionia e avrebbe detto con estrema chiarezza, qualche tempo dopo, che se non avesse scelto la via del divorzio sarebbe diventata alcolista o pazza. Finalmente, il suo spirito ribelle aveva trovato modo di dichiararsi apertamente e lei non ne fece mai mistero, anche se il suo gesto, quella fuga dall’Africa, in cui era vissuta 30 anni, portandosi dietro un altro figlio da crescere, aveva avuto un prezzo molto alto. Ma sarebbe privo di senso fare del moralismo gratuito: Doris Lessing ha seguito la sua indole e, grazie a questo, il mondo ha potuto avvalersi dei suoi preziosi contributi letterali, a partire dal Taccuino d’oro, il suo libro più celebre, del 1962, che annuncia al mondo la grandezza di questa scrittrice profondamente innovatrice nello stile, ma anche con Il diario di Jane Somers, del 1983. Un testo sulla vecchiaia, in cui viene posto il dilemma di quanto possa essere ambigua la generosità nei confronti del prossimo, nel libro si parla di una donna che si prende cura di un’anziana malata, da considerare invece probabilmente come un tentativo di mettere a tacere l’egoismo personale. Una carriera letteraria, dunque, di estremo valore, che nell’arco di più di 60 anni include splendidi romanzi dedicati alla sua Africa, straordinarie esperienze introspettive, fino alla passione della maturità per la fantascienza. Scomparsa il 17 novembre 2013, Doris Lessing rimane l’emblema delle donne ribelli di ogni tempo, diverse per carattere ed estrazione sociale, ma unite da un’irrefrenabile desiderio di libertà.

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