Mestiere ormai scomparso che consisteva nell’accendere e spegnere, ad orari prestabiliti, i lampioni ad olio o a gas delle vie e delle pubbliche piazze. Fino alla fine del XVII secolo le citta’, di notte, erano prive di illuminazione, e quindi molto pericolose per furti, rapine ed omicidi. Subito dopo il tramonto, al suono dell’Ave Maria, si chiudevano le porte delle mura cittadine, e con l’oscurita’ iniziava il coprifuoco. La ronda notturna girava armata, illuminando con le fiaccole le strade principali, ma gran parte della citta’ rimaneva al buio. Parigi fu’ la prima citta’ ad affrontare in modo radicale questo problema, con un decreto risalente al 16676, che prescriveva di collocare delle lanterne su tutte le vie, le piazze e i giardini delle citta’.Con l’arrivo della lampada ad olio, l’illuminazione pubblica ebbe un notevole impulso, rafforzato ulteriormente con il perfezionamento della lampada apportato da Pierre Francois Argand, becco di Argand, brevettato nel 1784. L’accensione, lo spegnimento e la manutenzione di queste lampade erano affidati ai lampionai i quali, appena calva il sole, scala in spalla o muniti di un’asta con del materiale infiammabile sulla punta, passavano ad accendere tutti i lampioni. All’alba, rifacevano il giro per spegnerli con un’altra asta munita all’estremita’ di un oggetto di lamiera simile ad un imbuto rovesciato. La figura del lampionaio resistette anche all’avvento del gas illuminante, ricavato dal carbon fossile, poi, con la graduale diffusione dell’energia elettrica ebbe un progressivo declino e con la fine della II Guerra Mondiale anche questa romantica figura ando’ definitivamente in pensione.
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